Nel paese delle creature selvagge

Regia: Spike Jonze

Il film è tratto dal libro per l’infanzia di Sendak, Nel paese dei mostri selvaggi .

 

Perché guardare il film?

(a cura di Chiara Giudici)

 

Più per adulti, ricco di immagini simboliche, necessariamente lento e impegnativo.

I mostri rappresentano perfettamente ciò che ci divora dall’interno: la lotta per il potere nella relazione, l’amore che vuole “mangiare l’altro” per “proteggerlo” o per “possederlo”. Nel film è agita la fuga da questi sentimenti, che proiettati sull’Altro portano il protagonista a rifugiarsi in un mondo illusorio, altrettanto desolato. Ma nell’incipit vediamo come sia prima ancora la madre ad agire un processo proiettivo sul figlio: non riuscendo a riconoscere e accogliere la vergogna provata per il suo comportamento, diventa lei stessa aggressiva.

Trama: Il regista propone una interessante risoluzione, riuscendo a cogliere lo spunto offerto dalla breve storia nel libro di Sendak, trovando ciò genera calore anche all’interno del mostro più tremendo. Ognuno di noi ha il suo richiamo per tornare umano, nel libro questo richiamo è un odore, nel film…

Max vive con madre e sorella maggiore. La madre non vede il bisogno di Max di essere accolto, la sua solitudine, si vergogna per la sua richiesta d’attenzione e  così esplode la rabbia: Max scappa di casa e arriva  nel paese delle creature selvagge. Grandi mostri, tristi e feroci, lo accolgono e lo incoronano loro re. Max promette loro di spazzare via la desolazione dalla loro terra e si imbarca nell’impresa di costruire una casa comune per tutti, ma…

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