Psicologa-psicoterapeuta: nasco con una formazione bioenergetica, tuttavia riconosco come principali riferimenti alla mia pratica Irvin Yalom e Kathy Steele, il primo per la proposta di una dimensione di reciprocità relazionale col paziente, la seconda per il clima di assoluto non giudizio e la potenzialità terapeutica nell’integrare approcci di cura provenienti da modelli differenti. Ho approfondito la teoria della dissociazione traumatica, la Flash Tecnique e attualmente sto studiando l’Internal Family Sistem.
Nel fondare lo studio Tra Terra e Cielo sento di aver contribuito a creare uno spazio d’incontro per condividere il percorso del lavoro dello psicoterapeuta, prevalentemente racchiuso nella stanza di analisi, con quello rivolto a portare nel sociale le competenze analitiche. Credo che sia dalla cura che mettiamo per coltivare il luogo dove viviamo che possano nascere cambiamenti, che poi ci fanno sentire più a nostro agio.
Sento la psicoterapia come un ponte che viene costruito insieme, cliente ed terapeuta, imboccando il quale possiamo più agilmente muoverci nella relazione con noi stessi e con gli altri, in un processo di continuo dialogo tra dentro e fuori, che favorisce la possibilità di trovare il nostro sentiero. La psicoterapia è un processo di co-costruzione relazionale: i nostri irrigidimenti sono ciò che ci creano sofferenza e nascono dentro a una relazione, così per ammorbidirli abbiamo bisogno di vivere l’esperienza della riparazione dentro un’altra relazione sostitutiva.
Ognuno di noi ha uno stile preferenziale: tendiamo a essere concentrati sui nostri bisogni o su quelli altrui, entrambe le modalità portano sofferenza, perché ci isolano da noi stessi o dagli altri. In psicoterapia le esploriamo per costruire punti di contatto, di integrazione e creare quell’equilibrio dinamico che contraddistingue il sentirsi presenti e l’essere in salute.
Ho scelto di lavorare con un approccio orientato al minimo stimolo perché il tocco rispettoso e sottile, che segue il processo naturale della persona, lavora con delicatezza e arriva più in profondità delle strategie forti. Il processo consiste nel mettere a fuoco e imparare ad utilizzare le risorse che abbiamo, coltivandole, così che le difese, un tempo rigide, possano, sentendo il sostegno, ammorbidirsi. È questo dialogo tra risorse e difese che ci consente di allargare la finestra di tolleranza delle emozioni difficili. Così ritroviamo la padronanza di noi stessi e possiamo scegliere, invece di essere costretti a reagire sulla base di copioni antichi.
Attività attuali:
Collaborazioni passate:
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