La vita invisibile di Eurídice Gusmão

Regia: Karim Aïnouz

 

Perché guardare il film? (a cura di Chiara Giudici)

Perché è delicato e contemporaneamente intenso, nel descrivere due due sorelle che esprimono l’unione di due opposti: ribellione vs. sottomissione. Quando sono insieme Eurídice e Guida funzionano integrandosi: l’una contiene e sostiene l’altra, ma la vita le separa. In un certo senso loro stesse fanno scelte che le portano ad una separazione fisica, che condurrà ognuna di loro ad avvicinarsi sempre più alla propria polarità, con un risultato molto doloroso per entrambe.  Il dolore che permea le due vite è mitigato per tutto il film da un intenso sentimento di amore reciproco, che emerge sotto forma di speranza: le lettere scritte alla sorella pensata irraggiungibile per una, i tentativi di ricerca tramite un poliziotto in pensione per l’altra.
La fotografia e la regia sono vere, non soltanto realistiche! Mostrano con sfrontatezza aspetti di verità comune, solitamente evitati sul grande schermo: l’ascella sudata, l’assorbente post partum che spunta dalla mutandina, … L’occhio è colpito, lo spettatore trascinato da questi dettsgli dentro il racconto, lo vive sotto la pelle.

Trama:

Premio per il miglior film nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2019

 

Rio de Janeiro, 1950. Eurídice e Guida sono due sorelle inseparabili che vivono con i loro genitori dagli ideali conservatori. Immerse in una vita tradizionale, nutrono entrambe dei sogni: Eurídice vuole diventare una rinomata pianista, mentre Guida è in cerca del vero amore. Le loro scelte porteranno alla drastica decisione del padre di separarle. Le due sorelle prenderanno strade diverse senza mai perdere la speranza di potersi ritrovare…
Tratto dal romanzo “Euridice Gusmão che sognava la rivoluzione” di Martha Batalha, il film di Karim Aïnouz, vincitore della sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2019, è un toccante racconto di sorellanza che vuole bene a due donne tenute lontane da un destino beffardo e dalla crudeltà dei loro uomini. Il tentativo di portare al cinema una storia molto amata dai lettori di due sorelle, unite e inseparabili, è assolutamente riuscito. Proprio come un Almodòvar meno esplosivo e più trattenuto, Ainouz costruisce il crescendo emotivo con calma e perizia, arrivando a commuovere il pubblico in modo naturale, mostrando nel frattempo intelligenza nell’adattare allo sguardo e al cinema lo spirito del racconto. La sceneggiatura segue le due vite, quella movimentata e turbolenta di Guida e quella, appunto invisibile, di Eurídice, legandole con il filo sottile dell’affetto. Commuove l’amore a distanza tra le protagoniste, narrato con grazia da un autore che riesce a firmare un film dalla struttura narrativa solida, con un’introspezione psicologica e una caratterizzazione dei personaggi affascinante, senza mai rinunciare all’estetica raffinata.  (da www.officinesolimano.it)
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