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Il giorno in cui arriva la terribile domanda:
“È vero che Babbo Natale non esiste?”

È necessario che certi giochi si chiudano, perché possano aprirsene altri. Ma aiutarci a conservare lo spirito di ciò che si chiude è importante, ma non sempre tanto semplice.

 

Farlo ci serve a tenere vivi la speranza e il desiderio, che sono ciò che dà energia alla vita e che ci consente di coglierne il sapore.

 

Mio figlio ha scoperto che Babbo Natale non esiste.

 

Poi è scoppiato a piangere e anch’io ho sentito inumidirsi i mie occhi.

All’epoca questa scoperta era stata uno shock, ricordo ancora oggi fervidamente il dialogo con mia madre.

 

Poi, mio figlio ha collegato: e neppure la Befana e il Topolino dei denti!

Subito dopo: non voglio mai più essere curioso, la curiosità fa soffrire!

 

Mi sono ritrovata per un attimo spaesata, anch’io di nuovo bambina, delusa e ferita dalla crudele velocità della realtà, che richiede anni per costruire un’illusione che dia conforto, facendola poi crollare all’improvviso in un breve, gelido istante.

 

Ho provato a spiegargli che Babbo Natale & Co. sono un gioco che  adulti e bambini fanno insieme per tenere vivo lo spirito del Natale: cioè la gioia dello stare insieme.

 

Nella vita di tutti i giorni, con le tante cose da fare, la velocità e le tensioni che abbiamo,  lo spazio per stare insieme nel piacere viene spesso dimenticato dagli adulti e si rimpicciolisce sempre di più. A Natale e nelle altre occasioni, i grandi che si sono persi per strada tentano di recuperare aggrappandosi a queste storie che potenzialmente ci sostengono a rientrare in quella dimensione. 

 

Ho raccontato a mio figlio che ogni storia narrata vive contemporaneamente nel mondo della fantasia e nella nostra realtà. Il solo narrarla la fa esistere nel nostro mondo e lo influenza continuamente.

 

Credere a Babbo Natale mi porta gioia anche se sono in un periodo difficile.

 

Ma è altrettanto vero che le storie nascono dagli spunti della  realtà stessa.

 

La famiglia si riunisce e ritrova intimità attraverso la storia di Babbo Natale. 

 

È nato prima l’uovo o la gallina? Le due dimensioni, contemporaneamente vicinissime o lontanissime, semplicemente coesistono.

 

Ho tentato di passargli il messaggio che la curiosità è buona ed è importante che continui a seguirla. Se è vero che essere curioso può sfociare in esperienze dolorose, è altrettanto sicuro che gli porterà anche gioie, aprendo nuovi  portali verso Mondi che ancora non conosce e che mai vedrà, se lascia che l’interesse si spenga.

 

Mi ha chiesto perché non li conosce già questi Mondi e gli ho risposto che per entrare in nuovi spazi prima bisogna lasciarne altri.

 

Non è infondo così la nostra vita? Un perdere per poter trovare? Un continuo passaggio tra Mondi?

 

 

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