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Tollerare lo spazio dell’Altro

Ci sono  alcuni momenti nella vita di una coppia, nei quali ci scontriamo con la necessità di uno o di entrambi, di avere uno spazio personale più definito. Di solito questo avviene dopo una prima fase, quella dell’innamoramento, dove sentiamo il piacere, o forse proprio il bisogno, di passare il tempo sempre insieme. Lenta o veloce che sia, questa fase si esaurisce sempre, spesso con tempi lievemente diversi per i due partners. Entrare in contatto con il fatto che l’Altro possa avere bisogno di spazio può diventare un’esperienza estremamente frustrante  per chi dei i due, non sente lo stesso bisogno.

Prendere spazio può voler dire: uscire di casa, frequentare gli amici, praticare uno sport, rintanarsi nella lettura di un libro, avere uno spazio da dedicare alla meditazione, essere di poche parole o può avere mille altre sfaccettature.

Quando entrambi i membri della coppia sentono la necessità di questi spazi, piano piano la coppia si ristruttura e trova un nuovo equilibrio. Il problema emerge quando è uno solo dei due a sentire questo bisogno, perché per l’altro si configura una sorta di tradimento, il tradimento di un equilibrio precedente che ha bisogno di assestarsi e che non trova soluzione perché per il partner non riesce a concepire il cambiamento dell’Altro. Quando non sentiamo questo bisogno di spazio, spesso ci sentiamo come se l’altra persona ci avesse  lasciato da parte, come se ci avesse trascurato. Partono pensieri di stampo irrealistico, ma che percepiamo come assai veritieri, che formulano ipotesi disparate rispetto a quanto l’Altro stia mostrando disinteresse. Questo tipo di tensione, se continuiamo a seguire il proliferare dei pensieri e non osserviamo la realtà della nostra coppia cercando il dialogo col partner, rischia di portare la relazione alla rottura. Non ci può essere un buon equilibrio di coppia, una vita felice, se non lasciamo all’Altro la libertà di muoversi in conformità con il proprio sentire.

 

All’Altro? Ma non dovremmo seguire anche il nostro stesso sentire? E se sentiamo il bisogno di stare sempre insieme? Perché il nostro sentire dovrebbe essere meno importante di quello altrui?

 

 

La presenza costante dell’Altro, il non tollerare spazi di autonomia reciproca, rappresenta in realtà una problematica dove lo stare con l’altra persona è diventato un bisogno per non entrare in contatto con le proprie difficoltà a stare da soli o con la propria difficoltà a mettere a fuoco una direzione autonoma, un interesse privato e personale che non è relativo agli altri. Non è un vero sentire dunque, ma una copertura del disagio che proviamo a essere soli, anche per poco tempo. Per alcuni di noi dare spazio è molto difficile, tanto più siamo in difficoltà a stare nel rapporto con noi stessi, tanto più cerchiamo fuori e ci aggrappiamo all’Altro, che diventa qualcuno senza il quale non possiamo vivere e dal quale pretendiamo una presenza/ obbedienza assoluta.

 

Come affrontare questo tipo di difficoltà? Provando gradualmente a trovare piccoli spazi di dialogo con noi stessi, riconoscendo che l’allontanarsi dell’Altro non è un “No” a noi, ma una boccata di aria fresca, che può arricchire il rapporto.  Non a caso, la sessualità si nutre di distanza e mistero, per cui la possibilità che una coppia di lunga data mantenga un buon equilibrio e il desiderio di stare insieme, va di pari passo alla capacità della coppia di ricavare spazi di autonomia, senza che vengano percepiti come pericolosi o inopportuni.

 

Foto tratta da: https://scontent-atl3-1.cdninstagram.com/vp/6d74fbcb89a8d1072d982e756f32fff0/5D597585/t51.2885-15/e35/c178.0.723.723a/s480x480/56363700_326360928072756_2586555190256838888_n.jpg?_nc_ht=scontent-atl3-1.cdninstagram.com

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