Rossi, Il Vento e la Legge

La breve luce dei giorni.

Autore: Luciano Rossi

Editore: Clinamen (2008)

Perché leggere il libro? (di Chiara Giudici)

Sei racconti che racchiudono lo stesso tema: l’eterno ritorno del Vento che sradica periodicamente la Legge, il potere consolidato che è volto ad alimentare se stesso, dietro l’illusione di possedere la Verità. Molteplici sfondi: le libere professioni, la letteratura, la politica, il conflitto generazionale.

«Prima la sentenza e poi il processo» diceva la Regina del paese delle meraviglie. Libro che, con «ironia cupa e rassegnazione» ci invita a prendere atto dei corsi e ricorsi della storia e in qualche modo delle dinamiche di gruppo, immutate e inarrestabili, rispetto alle quali neppure la categoria degli psicologi è immune. Splendido il dialogo tra Meleto, Critone e Socrate, che pesca proprio là, dove ha avuto origine la psicologia. «… non è con l’inasprire le leggi -dice Socrate-, come crede lui, che si protegge la valentia dei giusti, ma accrescendo la sapienza loro. L’unica garanzia dei giovani è l’etica personale dei maestri, non il diritto». Sento questa frase profondamente rappresentativa del mio stesso modo di percepire gli scontri tra categorie nel campo delle professioni d’aiuto, come in un ambito più ampio, in campo politico e sociale.

Quarto di copertina:

Oggi, anno 2093. L’Ordine degli psicologi non esiste più. Le vicende del mondo da tempo lo hanno cancellato, spazzato via, come il Vento del Nord, radente e teso sul giardino autunnale. Le associazioni di counselling  lo hanno sostituito. Il Vento del cambiamento, quando il suo tempo arriva, travolge ogni situazione, ogni Legge stabilita. Pure non manca mai chi crede che le Leggi siano eterne. Ma nel 2093 è sparito non solo l’Ordine degli psicologi; anche per il counselling inizia il tramonto. E poteva essere diversamente? No! Eppure, ancora, dimentica e stolta, la Legge ostile al cambiamento cerca d’opporsi al tempo nuovo. La risata che tutti vedranno e la seppellirà, e quella del vento, indifferente ai nostri bisogni, sorda ai nostri sogni, irriguardosa di ogni privilegio.

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