Pullman, Queste oscure materie

La bussola d’oro, La lama sottile, Il cannocchiale d’ambra.

Autore: Philip Pullman

Editore: Salani (1996)

Perché leggere il libro? (di Chiara Giudici)
La vicenda di Lyra, protagonista della trilogia, è metafora esplicita del processo individuativo, in cui il dialogo tra Coscienza ed Inconscio è reso esplicito dal fatto che ogni persona è affiancata da un Daimon, in forma animale, che ha bisogno del suo corpo e non può staccarsi da questo, che si stabilizza in una forma definitiva solo con la pubertà. Se d’altra parte il Daimon viene staccato dalla persona cui appartiene, questa nella maggior parte dei casi muore, o resta comunque psichicamente menomata, in quanto il Daimon è il canale che la collega alla Polvere, misteriosa e pervasiva sostanza cosmica vagamente apparentata con la materia oscura della cosmologia contemporanea e, a mio avviso, con l’Inconscio. Tale sostanza ha, infatti, anche a che fare con la facoltà di concepire pensieri originali e sviluppare una personalità indipendente, facoltà che il Magisterium, chiesa vocata al dominio universale ed al culto di un essere supremo chiamato Autorità, per definizione avversa e combatte. Nel romanzo ci sono “bambini rubati” e deprivati del loro Daimon per sempre; c’è la volontà di controllare il mondo e ridurlo all’obbedienza di un gruppo ristretto di persone che ben rappresentano le nostre chiese religiose e politiche; c’è il legame tra ognuno di noi e tutti gli altri; ci sono gli Spettri, esseri invisibili che si nutrono della consapevolezza, la coscienza di Sé degli adulti, lasciandoli simili a zombi, vuoti e spenti, mentre i bambini sono immuni perché non hanno ancora sviluppato del tutto la consapevolezza; c’è l’attenzione liberamente fluttuante come strumento di ascolto di Sé e della realtà esterna; ci sono l’orrore e la salvezza nella famiglia d’origine; c’è la libertà di cadere, scegliendo nell’ignoranza (il sapere di non sapere), come unica strada che realmente consente il processo individuativo. Da far leggere agli adolescenti!!!

La trilogia trae il suo titolo da un verso del Paradiso perduto di John Milton.

Quarto di copertina: “A me interessa parlare di temi importanti: la vita, la morte, l’esistenza di Dio, il libero arbitrio. Il fantastico non è fine a se stesso, ma sostiene e da corpo al realismo… Non abbiamo bisogno di liste di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, abbiamo bisogno di libri. ‘Non devi’ è presto dimenticato, ‘C’era una volta’ durerà per sempre”.

 

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